venerdì 24 giugno 2016

Filippo Deangelis: gli effetti della Brexit

Alla luce di un fenomeno importante sul panorama internazionale come la Brexit, il mondo della finanza si interroga al riguardo e ne analizza le conseguenze.
Tra le disamine di maggior rilievo si riscontra quella fornita dal Dottore Commercialista e Revisore Contabile abilitato, Filippo Deangelis, la cui esperienza nell’ambito bancario e della consulenza alle aziende gli conferisce una interessante visione dei fatti e dei dati. In una nota, infatti, il professionista prende in considerazione i mercati finanziari e la loro reazione, identificata principalmente in forti cali delle quotazioni.

In particolare, la reazione nell’immediato per ciò che riguarda la borsa di Londra è stata la migliore in assoluto, con una perdita del FTSE 100 limitata al 2,50%, minima se paragonata all’11,17% del FTSE MIB ed il 10,56% del FTSE Allshare, analizzando la situazione italiana. Francia e Germania non vivono, in ogni caso, situazioni molto più incoraggianti rispetto al Regno Unito. Il dato della Borsa inglese, però, non deve far pensare che le cose siano andate meglio, oltremanica. Al calo della Borsa, infatti, va sommato il calo subìto dalla sterlina inglese, ovvero -6,6% sull’Euro e -10% sul Dollaro.
Il mercato italiano inoltre, osserva ancora Filippo Deangelis, dipende molto più degli altri dalla quotazione degli operatori finanziari, le quali, in un momento in cui i tassi inevitabilmente salgono, non possono non far segnare perdite più consistenti rispetto alla media.

Gli economisti, d’altronde, avrebbero previsto quanto catastrofico si sarebbe dimostrato un fenomeno come la Brexit, i cui effetti potrebbero essere stati ammortizzati dagli interventi di istituti come la BCE ed altre banche centrali sui differenti mercati finanziati, poiché gli effetti si sarebbero potuti rivelare addirittura peggiori.

Vi è uno spunto di riflessione, però, nell’approfondimento operato da Filippo Deangelis, in merito agli economisti intervenuti nella vicenda Brexit: si tratta dei medesimi a cui è sfuggita la crisi finanziaria e che consideravano Lehman Brothers una delle banche più solide al mondo. Il quesito che il professionista si pone è se in questo caso le previsioni si riveleranno corrette.

L’intervento del professionista finanziario si conclude con un quesito sul futuro economico del Regno Unito, il quale è sempre stato una potenza economico-finanziaria senza aver mai adottato l’Euro; perciò, si valuta quanto l’uscita dall’Unione Europea possa intaccare le basi finanziarie del Paese.

Viene valutata, in più, la composizione del PIL dello UK, il quale è costituito principalmente da servizi (e in buona parte servizi finanziari), oltre che dalla produzione del petrolio (il Brent del Mare del Nord) la quale deriva però per la maggior parte dalla Scozia che, in seguito alla Brexit, pare intendere riproporre il referendum per abbandonare il Regno Unito.